– Antinoe: ceramica

Ceramica acroma

Sono numerosi i manufatti d’uso quotidiano privi di decorazione dipinta che gli antinoiti modellavano al tornio utilizzando l’argilla del luogo. Si tratta per lo più di vasellame da cucina e da mensa, cioè contenitori destinati alla preparazione, alla cottura e alla conservazione degli alimenti, nonché alla presentazione dei cibi sulla tavola.

Tra gli esempi di ceramica da cucina troviamo una marmitta completamente annerita dal fuoco e interamente conservata. Brocche, vasetti e ciotole, diverse tra loro per forma e dimensione, esemplificano la grande quantità di questa tipologia di oggetti rinvenuti negli scavi. All’ambito prettamente liturgico rimanda l’incensiere, nel cui interno sono tuttora visibili tracce di bruciature.


Il vaso con profonda scanalatura sotto il labbro è un esempio di qadus o vaso da sakya, recipiente connesso alla ruota ad acqua impiegata per l’irrigazione. Una ruota orizzontale, azionata dalla forza degli animali, trasmetteva il movimento a una serie di ingranaggi che, a loro volta, facevano girare una ruota verticale, a cui erano legati i vasi qadus che sollevavano l’acqua dal sottosuolo e la riversavano all’interno di un canale d’irrigazione. Il fondo del vaso terminante con bottone facilitava il fissaggio alla ruota per mezzo di corde.

Ceramica dipinta


L’esplorazione dei kîmân della Necropoli Nord ha restituito una gran quantità di vasellame e frammenti ceramici con decorazioni dipinte, databili ai secoli V-VII. Modellati con impasto alluvionale, marnoso o di Assuan, questi contenitori sono stati decorati con pochi colori, quali il rosso, il bianco e il nero (in due soli esemplari troviamo il verde), applicati su di una superficie ingobbiata, cioè cosparsa, prima della cottura, con una sospensione di argilla.



Un caso diverso è rappresentato da un numero circoscritto di reperti, i quali, dopo la cottura, sono stati immersi nel cosiddetto ‘bagno di calce’, che è divenuta la base per la pittura. Poiché il vaso è stato cotto prima di essere dipinto, il colore, non fermato dalla cottura, risulta essere più soggetto al deterioramento.

I motivi ornamentali sono in linea con il repertorio figurativo del periodo copto. Le decorazioni geometriche semplici o quelle complesse, come trecce, festoni e riempimenti a reticolo, i motivi ornamentali ispirati al modo vegetale, le immagini di animali, come i pesci e gli uccelli, sono molto più frequenti delle raffigurazioni umane.

Tra i recipienti di forma aperta predominano le ciotole, di dimensioni diverse, con o senza carena, i piatti, i bacili e i catini, mentre rari sono i cosiddetti “piatti da salse”, grandi recipienti con una cavità emisferica al centro e coppette di forma analoga, ma di dimensione inferiore, disposte intorno ad essa.

Tra i manufatti di forma chiusa, invece, si annoverano olle, vasetti, bottiglie, brocche, anforette e gargoulettes, con o senza filtro, e, infine, vasetti zoomorfi. Interessante un vasetto che conserva buona parte del contenuto originario solidificato; su campioni prelevati dall’interno sono state condotte analisi chimiche e mineralogiche, i cui risultati hanno messo in luce che il contenuto era salsa di pesce, come si evince dalla presenza di cloruro di sodio e da resti di sostanza lipidica d’origine animale.



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